di Liù M. Catena, Centro di Ricerca e Formazione permanente per l’insegnamento delle discipline scientifiche

Le quaranta storie richiamate nel titolo sono parte di un progetto editoriale, curato con Ivan Davoli, nato dall’idea di fornire una testimonianza riguardo la condizione occupazionale dei laureati in Scienza dei materiali, attraverso le dichiarazioni di ex studenti. Complessivamente sono stati intervistati una quarantina di essi, provenienti da differenti aree geografiche nazionali, con titoli accademici diversi e soprattutto con percorsi formativi ed esperienze professionali variegati. Ventidue degli interpellati hanno conseguito la cosiddetta laurea triennale, dieci la laurea specialistica ed otto il dottorato di ricerca. Hanno studiato sui banchi e nei laboratori di alcuni atenei italiani: Bari, Cagliari, Calabria, Genova, Milano Bicocca, Padova, Piemonte Orientale, Roma Tor Vergata, Torino e Venezia.

Ne è uscito un affresco interessante riguardo il profilo, le tendenze e la possibilità di accesso al mondo del lavoro dei laureati in questa disciplina, della loro facilità di inserimento nel tessuto produttivo del Paese, in virtù di una formazione “forte” ed impiantata sulle basi della fisica, della chimica e della matematica. Dalle interviste risulta assolutamente vincente la formula dello stage previsto per la preparazione del lavoro di tesi, che gli studenti trascorrono presso un’azienda o un ente di ricerca – pubblico o privato – convenzionati con le università. Molti di loro hanno trovato un posto grazie a questa esperienza, merito anche delle collaborazioni presenti tra università e gruppi imprenditoriali sparsi in vari luoghi del nostro territorio. Ciò a conferma che, quando esiste il dialogo tra il mondo delle imprese e delle università, si riesce a costruire qualcosa di importante non solo dal punto di vista educativo e formativo, ma anche lavorativo, economico e sociale.
Il ventaglio dei percorsi umani, formativi e professionali è assolutamente ampio, attraente, mai ripetitivo ed affascinante, tanto quanto il mondo dei materiali, delle sue tecnologie e metodologie di studio e di ricerca. Ogni intervistato ha raccontato la propria pratica universitaria, lo stage vissuto in un’azienda o in un laboratorio di ricerca, i corsi di formazione frequentati e l’attività lavorativa attualmente svolta in settori ed ambiti eccezionalmente diversificati: sistemi di progettazione per la perforazione e raffinazione del petrolio; siderurgia e rivestimenti di acciaio; dispositivi a semiconduttore e sensori di immagine; bioedilizia; costruzioni navali; installazione e service di impianti per la produzione di energia; componenti automotive e pneumatici; informatica e sistemi di qualità; ricerca e sviluppo in strutture pubbliche e private.
Ogni singola storia narra in che modo questa scienza stia sempre più rapidamente cambiando il mondo delle cose attorno a noi e come maggiormente lo cambierà in futuro.
Era altresì nostra intenzione rafforzare l’irrinunciabile necessità di sostenere due tipi di orientamento: un orientamento allo studio, rivolto agli studenti e alle loro famiglie, per rispondere all’esigenza di informazione sul corso di laurea in Scienza dei Materiali mettendo in evidenza la varietà e l’interesse dei possibili percorsi professionali ed un orientamento all’assunzione, rivolto alle aziende, per ribattere alla richiesta di competenze e risorse umane portando gli imprenditori a conoscenza delle caratteristiche dello scienziato dei materiali.
Se sono riuscita ad intrigarvi e a sollecitare la vostra curiosità, essa potrà essere appagata leggendo il libro, edito dalla Springer, Oltre i materiali. La scienza tra le nostra dita a cura della sottoscritta e di Ivan Davoli, con la prefazione di Piero Angela. Sarà nelle librerie dal prossimo 9 dicembre.

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