La geometria delle meridiane Franco Ghione |
1. Luci e ombre Le prime esperienze, presso tutte le popolazioni, sia in occidente che in oriente, per descrivere il movimento apparente del sole, furono compiute osservando l’ombra dello gnomone. Già qui nascono problemi non banali: durante l’arco della giornata l’ombra dell’asta assume lunghezze diverse e la punta dello gnomone descrive una curva. Tale curva cambia di giorno in giorno e da luogo a luogo. L’unica invarianza che si può osservate è un asse di simmetria: la posizione dell’ombra in un dato istante la mattina, si ritrova identica in un corrispondente istante il pomeriggio. Il centro temporale di questa simmetria è il mezzogiorno, quando il sole, nel corso della giornata, assume la posizione più alta nel cielo e l’ombra dello gnomone in questo istante descrive la “linea meridiana”. |
2. Distanze angolari e geometria sferica Attraverso una diottra è possibile misurare l’altezza di un astro nel cielo e la distanza (angolare) di due astri. Questa distanza è l’angolo che si forma nel nostro occhio tra i due raggi visivi che colgono i due astri. Le distanze angolari sono le uniche misurabili non essendo possibile calcolare la reale distanza dell’astro dal nostro punto di osservazione. Il cielo viene allora descritto come una semisfera (la volta celeste) il cui centro è occupato dall’osservatore e le stelle sono punti nei quali i raggi visivi che le traguardano intersecano questa semisfera. |