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Se almeno essa [la vita] mi fosse stata lasciata abbastanza a lungo da poter condurre a compimento la mia opera, non avrei mancato anzitutto di descrivere gli uomini, anche se questo avrebbe potuto farli somigliare ad esseri mostruosi, come occupanti un posto ben altrimenti considerevole, accanto a quello così angusto riservato loro nello spazio: un posto, al contrario, prolungato a dismisura, - poiché essi toccano simultaneamente, giganti immersi negli anni, età così lontane l'una dall'altra, tra le quali tanti giorni sono venuti a interporsi, - nel Tempo. (Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto - Il tempo ritrovato, Torino, Einaudi, 1963, p. 402) |